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Sarei ridondante se scrivessi che gli imprevisti sono il sale dei viaggi... ma ieri, il nostro team: io, Rossho, Charly, Pedro e la new entry argentina Luly, pronti con gli zaini sulle spalle, carichi, riceviamo la notizia che nel nostro treno per Belgrado non ci son più posti... Dopo aver valutato altre mete decidiamo di prenotare gli ultimi 5 posti per il giorno successivo e ci proiettiamo subito in spiaggia a Cervia per rilassarci un pò...
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10 agosto Belgrado (SERBIA) La notte in treno è trascorsa molto meglio del previsto coccolati dal nostro controllore factotum Zoran. Dividiamo la cuccetta con una coppietta di giapponesi di Osaka, un pò rimbambiti, i classici tipi che quando ci parli ti danno sempre l'impressione di non avere la minima idea di dove si trovino... Addirittura quando il controllore, per sbaglio, sequestra loro l'Eurail ticket, a bocca aperta, guardandomi stupefatto, invece di discutere e farsi restituire il proprio biglietto, mi continuava a dire: "Unbelievable". Alla fine gli abbiamo dovuto risolvere noi il problema... Ci svegliamo a Šid-ШИД, confine tra Croazia e Serbia. La gente comincia a cambiare, il paesaggio pure, attraversiamo piccole stazioncine dalle sbarre piegate in due mentre i ragazzini lavano i parabrezza delle auto in fila... Le vecchiette dai volti scavati dalle rughe, chissà quante ne hanno passate, sedute tranquille, coi fazzoletti che avvolgono i capelli bianchi, lavorano all'uncinetto. E domani si va in Bosnia... [Rossho]: "Oggi è stata una giornata piena piena... Incontriamo la cara Marjia che ci ha chiesto di trovarle un posto come badante in Italia... Assurdo... Quanto la vita può essere ingiusta... Da noi ragazze raccomandate e saccenti, senza esperienze di vita fanno i magistrati... e qui dobbiamo sentire queste richieste da persone così speciali... Assurdo... Quant'è cambiata Belgrado dall'ultima volta... Migliorata, occidentalizzata, modernizzata, globalizzata... Cammini per la stupenda via principale e sei circondato da negozi tipo: Zara, Terranova, Nike... Ma perchè una nazione non può avere una propria identità, un proprio ego e c'è sempre questa continua corsa a cercare di essere tutti uguali, come ad avvalorare l'antico detto: "Ogni mondo è paese!"
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11 agosto Sarajevo (BOSNIA-HERZEGOVINA) Scrivo da uno sgangherato bus bosniaco. Ebbene sì, viaggiamo verso Sarajevo, questa città che per tanto tempo abbiamo sentito nominare dai telegiornali, protagonista di un'infinita guerra. Stiamo andando proprio lì e per un militare come me è molto emozionante, soprattutto perchè la Bosnia è ancora oggi un territorio dove il nostro contingente opera! Lungo la strada, mentre costeggiamo l'aeroporto, ho visto un aereo decollare e pensavo tra me e me: "Questo tra un' oretta e mezzo sarà già in Italia!" Noi dal confine ne abbiamo impiegato più di quindici! Adoro viaggiare in questo modo, scoprire ogni posto partendo dal basso, sicuramente più faticoso e duro per i nostri corpi ma più prezioso per le nostre anime... Ci muoviamo come si muovono loro, mangiamo le stesse cose loro, anche questo è vivere il posto che ti ospita! Questo bus mi ricorda tanto quello preso dal Messico per il Belize, tranne per la musica che qui è una triste litania gitana-slava e le persone non hanno il sorriso perenne di quei neri ma smunti visi scavati dalla sofferenza! Il controllore, come tanti altri, ci parla in serbo quasi come se noi lo capissimo, ho l'impressione che davvero credono di essere ancora un impero, quello per cui Tito aveva tanto lavorato, ma nel frattempo, Karadžić (dittatore accusato di tanti crimini contro l'umanità) viene arrestato e qui organizzano manifestazioni e proteste contro quest'azione. Un viaggio estenuante in bus, pochi chilometri percorsi in quasi 8 ore... Ogni tanto il bus si ferma, carica gente, ne scarica altre, controlla i pneumatici, si ferma dal meccanico, poi a mangiare... La Bosnia mi ha colpito tantissimo. Ti aspetti di trovare rovine, palazzi crollati per i bombardamenti e invece... Il paesaggio da Belgrado a qui: un misto di Alpi e Finlandia. Tante verdi colline, alberi, pascoli con mucche, pecore, fiorellini... Mi aspettavo una seconda Macedonia, anzi pure peggio e invece rimango a bocca aperta una volta qui... |
12 agosto Sarajevo (BOSNIA-HERZEGOVINA) Sicuri che c'è stata la guerra qui? Beh, in periferia, molti palazzi portano i segni, le ferite di un conflitto appena passato e che deve essere cancellato... Ieri sera chiacchieravo con Samra, una simpaticissima bosniaca, e quando le ho chiesto se sapeva indicarci un museo sulla guerra mi ha proprio gelato dicendo: "Sinceramente non lo so, stiamo cercando di dimenticarla!" Ieri, appena arrivati abbiamo cercato subito un ostello... Che avventura! Il nostro dormitorio era immerso in una traversa buia vicina ad un cimitero senza nemmeno una piccola indicazione... Faremo bene a fidarci? La gente è simpatica. Ci son vari gruppetti di australiani, svizzeri, tedesche con cui abbiamo trascorso un pò di tempo a ridere e scherzare! Il centro storico mi ha colpito molto, così pieno di gente, turisti non troppi. Sinceramente mi aspettavo di trovare un misto di Israele (per lo spiegamento di forze militari) e Macedonia (perchè la popolazione è slava-musulmana). Conosciamo un pò di ragazze del posto, musulmane senza velo, molto socievoli, persone che avevano vissuto la guerra sulla propria pelle, sebbene bambine. Raccontano di rifugi, di unioni, comunità: "Quello che era mio è anche tuo!" Ragazze i cui padri son stati chiamati a combattere e che hanno potuto riabbracciare solo 4 anni dopo, al termine del conflitto, le più fortunate! Ricordiamo che sono morte tante di quelle persone che i cimiteri non avevano nemmeno più spazio, allora hanno cominciato a seppellirli nei campi da gioco che qualche anno prima (1984) avevano ospitato le Olimpiadi Invernali. Che beffa! Un campo che rappresenta il simbolo della pace del mondo e poco dopo si trasforma in un luogo di riposo eterno causato dalla guerra! La zona Olimpica, o ciò che ne rimane, l'abbiamo vista durante il tour by bus fatto con Jasna ed Emira! Il tour ci mostra i dintorni della città, mi colpisce molto vedere il luogo dove nel 1914 fu assassinato l'arciduca Francesco Ferdinando e che, come sappiamo, scatenò la prima guerra mondiale! Passeggiando per il centro, ogni tanto ci fanno da sottofondo le lagnose litanie del muezzim dal minareto... |
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