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05 gennaio Luang Prabang (LAOS) [Stefy]: “Ci svegliamo alle 5,30 per andare a vedere i monaci che passavano in fila indiana lungo la via principale della città per l’offerta del riso”. I bordi delle strade erano zeppe di gente che, con scodelle di coccio piene di riso in mano, attendeva pazientemente questi piccoli uomini in tunica rossa.
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08 gennaio Phonsavan (LAOS) Finalmente ciò che cercavamo! Il vero Laos! Il trasferimento Luang Prabang – Phonsavan è stato abbastanza arduo. Phonsavan, capitale della provincia di Xiengkhuang, nel distretto di Pek, è l’unico paesino che incontriamo in sette ore di strada. |
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Mi ha colpito tanto la visita ad un villaggio di “hmong”, una minoranza etnica del nord del Laos, in quei casi davvero capisci che al mondo c’e’ gente diversa da te. Qui si sposano a 13 anni, ognuno partorisce una decina di figli… il villaggio, infatti, sembrava un asilo nido a cielo aperto! Quest’area è tristemente nota per la cosiddetta “crater area”, una zona bucherellata dalle bombe americane… ebbene sì… durante la guerra in Vietnam, con la scusa che importanti leaders vietcong si fossero nascosti in queste zone, vennero bombardate brutalmente dai velivoli americani. Interi villaggi furono rasi al suolo e purtroppo le conseguenze si vivono ancora oggi. Ogni anno decine di bambini o contadini saltano, per imprudenza o errore su bombe inesplose… |
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10 gennaio Vang Vieng (LAOS) Sei ore di bus su strade dissestate e curve nel Laos più genuino per raggiungere questo strano luogo incorniciato da una vegetazione mozzafiato. Dopo aver ammirato l’ennesimo meraviglioso tramonto decidiamo di immergerci nella vita di Vang Vieng. Contemporaneamente rientrano tanti ragazzini ubriachi dopo un’intera giornata di “tubing”, ossia il galleggiare all’interno di pneumatici di camion sul fiume. Li vedi zoppicanti, senza infradito, sanguinanti, fasciati, camminano come zombies e sembra che non sappiano neppure come son giunti fin lì. |
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